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Scuola. Usr: assenze covid in Lombardia sotto 10%, ma restano difficoltà

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"La situazione è positiva perché abbiamo ripreso e siamo riusciti a farlo in presenza. Ovviamente le difficoltà, le assenze ci sono, sia tra gli studenti sia tra il personale, del resto non si può pensare di passare attraverso una pandemia senza che settori così complessi e numericamente importanti come la scuola non ne siano toccati, però andiamo avanti.

Speriamo che questo problema si risolva e non si debba interrompere". A parlare è la direttrice dell'ufficio scolastico regionale lombardo Augusta Celada, a margine del 7^ congresso della Cisl scuola Lombardia in corso ai chiostri di San Barnaba a Milano. Parlando con la stampa, la direttrice fa il punto della situazione scolastica in Lombardia a una settimana dalle prime aperture. Per quanto riguarda l'organizzazione, dice, "le difficoltà maggiori riguardano le assenze del personale".

Assenze di cui "non abbiamo una estrazione lombarda al momento, un monitoraggio ufficiale non c'è, ma abbiamo una rilevazione interna che facciamo per tenere il polso della situazione e i numeri non sono altissimi, meno del 10% come media regionale". Non solo. Altra difficoltà, "strutturale in Lombardia", riguarda "la necessità di trovare i sostituti". Del resto, prosegue Celada, "non si trovano all'inizio dell'anno, non è pensabile trovarli ora con facilità e rapidamente. Questo- dice ringraziando segreterie e dirigenti scolastici per lo sforzo di questi due anni di pandemia- genera un aggravio di lavoro, che sarebbe tangenziale rispetto al ruolo, molto significativo".

Dopodiché, ci sono le difficoltà legate al grado scolastico "e ogni grado ha le sue". Nella scuola primaria "le nuove indicazioni dispongono la dad anche al primo contagio. Questo ovviamente genera malumore da parte delle famiglie perché questa è la fascia non ancora vaccinata".

Nelle secondarie di secondo grado (le superiori), invece, "ci sono le difficoltà legate alle classi di concorso plurime per cui trovare supplenti non è cosa facile". Ciò può comportare "l'interruzione nella didattica o anche didattica mista". Ma "avere una parte della classe in remoto e una parte in presenza presuppone un lavoro organizzativo molto significativo". Si potrebbe allora pensare di tradurre in Italia il cosiddetto modello spagnolo di stop al tracciamento a fronte di una popolazione in gran parte vaccinata? "Non sono una virologa nè una esperta di igiene pubblica- conclude- non so rispondere su questo".

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